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Post-populismo a cinque stelle

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Il post populismo di Beppe Grillo suona la campana a morte del vecchio populismo. Che per decenni ha infiammato o impaurito, secondo i punti di vista, la vita politica di mezza Europa. Una novità legata ad un piccolo particolare, che poi tanto piccolo non è, sottovalutato o sfuggito ai più.

Rispetto ai tradizionali movimenti di contestazione antisistema, infatti, il programma, di quello massicciamente premiato alle elezioni dagli italiani, dell’immigrazione non fa neppure menzione. Lasciando così alle ortiche, poco importa se e quanto volutamente, lo strumento principale e più utilizzato dalla retorica propagandistica populista per soffiare sul fuoco del rancore popolare. Di settori e gruppi sociali diversi e spesso tra loro anche molto lontani. Spinti però “sulla stessa barca” dalla paura dell’immigrazione. Un tema non solo avvelenato e, a conti fatti, capace di assicurare successi sicuramente clamorosi ma effimeri. Che gli eventi “tellurici” della politica italiana sembrano condannare ad un fuori corso forse irreversibile. Visto che  l’immigrazione non è nel firmamento ideale delle  Cinque Stelle: acqua, ambiente, trasporti, connettività e sviluppo.

Una novità difficile da negare e che, soprattutto, obbliga a riflettere. Visto che segna una vera e propria soluzione di continuità storica con il populismo europeo: da quello delle origini del Fronte Nazionale in Francia e della Lega in Italia, seguiti poi, nel corso degli anni, dal FPO austriaco, dal Partito della Libertà olandese, dal Movimento Fiammingo, dal Partito Democratico Svedese fino all’UDC svizzero (trionfatore nel referendum contro i minareti) e così via.

Tutto bene, dunque? Staremo a vedere. Due cose, però, possiamo dare per assodate.

La prima: con il vecchio populismo va archiviato l’uso di questo termine, a metà tra il saccente e lo sprezzante, utilizzato dal potere politico, di pari passo con quello della cultura e dell’informazione, per bollare e mettere a tacere sempre e comunque le sue rivendicazioni.

La seconda: la storia insegna che ogni fenomeno post ha un piede nel passato e uno nel futuro. Per cui solo gli eventi ci diranno, anche per quello in questione, quale dei due sarà ad indicare la direzione di marcia.


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